martedì 17 febbraio 2015

#SanremoSonoIo




Tutti parlano di Sanremo. Sull’autobus, per strada, al telefono con la mamma o con il fidanzato, su facebook, twitter… Un mio amico ha pubblicato addirittura un selfie su Instagram con l’hashtag Sanremo sono io: dietro il suo faccione sorridente e soddisfatto (maddeche?) s’intravede la televisione sintonizzata su Rai1, il solito Carlo Conti abbrustolito con accanto due che un tempo facevano le cantanti. O forse no. Valletta, cantante, letterina, ministra… d’altronde sono mestieri simili, intercambiabili, no? Tutto fa curriculum.

A proposito di lavoro, io sono un’aspirante segretaria di redazione in una piccola rivista locale: aspirante perché mi fanno passare l’aspirapolvere per tutto l’ufficio (la donna delle pulizie non riceveva mai lo stipendio così s’è licenziata) e poi faccio tutto quello che gli altri non vogliono fare. Le fotocopie, le telefonate, il caffè e gli articoli scomodi, naturalmente. Questa settimana mi è toccata la recensione di Cinquanta sfumature di grigio, sì proprio quella roba che m’ha scatenato l’esaurimento. In realtà ho accettato solo perché il capo mi ha permesso di firmare con il mio nome, Bellatrix Lestrange. «Ma sì», ha detto «in fin dei conti potrebbe pure scriverla Topolino! O Arisa, per quello che m’importa».

E così, sono uscita dalla redazione, bloc-notes e matita alla mano, un’aria battagliera stampata sulla faccia e mi sono diretta al cinema. 


Alla proiezione si sono imbucate pure due care amiche e ci siamo fatte la foto di rito con la bocca messa a buco di culo. Avete presente, no, i selfie di Belen? Ecco.
Scrivere la recensione è stata dura. Per i frustini, il fisting anale e le sculacciate, direte voi. Nono. È che dopo i primi dieci minuti io e le mie amiche ronfavamo talmente tanto che Fuffi, il cane a tre teste di Hagrid al confronto potrebbe sembrare un angioletto che riposa.
E quindi boh, non avevo la più pallida idea di cosa scrivere. Alla fine ho messo insieme qualche parola: pinze vaginali, ceretta, sadomaso, cinghie, sesso, vietato, belloccio, sedano, noioso, non credibile, broccoli e paté d’olive (che il cibo fa sempre pornografia). Così, tanto per raffazzonare un pezzo. Il capo non ha battuto ciglio. «Ma sì, che vuoi che gliene freghi ai lettori. Se hanno letto quella robetta della James, questo sembrerà loro un capolavoro».

Di certo io, ad Azkaban, con il paio di manette giuste e l’uomo dei miei sogni (Renzino, chi altri sennò? Renzuccio mio. Prima o poi ti frusterò, te lo prometto) avrei fatto meglio e di più. Persino le battute di Rocco Siffredi sull’Isola degli Sfollati sono più hardcore de ‘sto polpettone in salsa fumé.
Ma tanto che lo scrivo a fare, la gente darà retta più a Belen che a me, la quale raccomanda: “Leggete solo il libro ragazze e custodite quello strano erotismo nel vostro comodino!”.
Io nel comodino ci tengo solo le mutande e il santino di Renzi, capito Belen?
Ma tornando a Sanremo… purtroppo non posso commentarlo. Non ho visto mezzo minuto della nota trasmissione, impegnata com’ero a lanciare la maledizione Cruciatus sulla Boschi (per quelli che se lo stanno chiedendo, no, non ha ancora funzionato). So soltanto che sono stati riesumati i soliti cadaveri: Irene Grandi, Gianluca Grignani, Raf. Qualcuno m’ha detto che c’era financo la Tatangelo ma io non c’ho voluto credere. A volte ritornano ma anche no. Certi modellini al plastico stanno bene solo da Bruno Vespa.

Però, Conti, una cosa te la devo chiedere: perché non hai invitato la Ellie Goulding, così biondina e stridula? Insomma, dopo aver cantato alle nozze del Principe William, fanno fare tutto a lei: la canzone per la colonna sonora di Hunger Games e poi la canzone per la colonna sonora di Divergent e poi la canzone per la colonna sonora delle 50 Sfumature e poi la canzone per la colonna sonora di Masterchef. Per fortuna Harry Potter l’hanno finito di girare nel 2010, quando ancora non si sapeva chi fosse costei.

C’è da scommettere che presto farà anche l’attrice. Sennò, Carlo, se dovesse restare senza lavoro come la nostra ex donna delle pulizie, puoi sempre scritturarla tu. Quando, come? Quando sarai a corto di cantanti che vogliono diventare vallette, ovvio.
Altrimenti puoi sempre ripiegare sulla Tatangelo o di nuovo sulla Belen, che pare adesso voglia fare la cantante.
L’ho già detto che sono mestieri intercambiabili, no? 
Un po’ come la segretaria di redazione e l’aspirapolvere. Una vale l’altro.



Bellatrix

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